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"Le vite delle persone non sono romanzi, sono raccolte di racconti. Frammentarie, discontinue, disseminate di buchi neri e illuminate da verità intraviste, manipolate dalla memoria che filtra, cancella, riordina, riscrive. È il modo in cui Susanna Bissoli ci racconta le soglie di Caterina. Infilando nella cordicella del suo primo libro le perline colorate di tutti gli addii e le partenze, tutte le esperienze di perdita che una vita può sopportare: dell'infanzia, della madre, dell'amore, del corpo, della terra sotto i piedi. Leggendo queste sedici storie, la voce che mi suona in testa è quella di Grace Paley. Anche la scrittura di Susanna riesce a maneggiare la malattia e il dolore, perfino a ballare con la morte restando miracolosamente gioiosa. La gioia che c'è dentro è gioia dell'incontro, di avere a che fare con altri esseri umani, di scoprirli tutti diversi e tutti strani. È gioia di ricordare, raccontare, giocare con le parole della memoria: il dialetto veneto dell'infanzia, il greco della libertà e dell'amore, l'italiano zoppo dei migranti in cui, prigioniera di casa sua, a Caterina sembra di ritrovare la voce del mondo." (Paolo Cognetti)